Ricerca sul cancro e la sclerosi multipla: i progetti di due ricercatrici di Humanitas University vincitrici di prestigiosi finanziamenti


Due giovani ricercatrici arrivate in Humanitas University grazie alle opportunità offerte da altrettanti bandi a favore della ricerca scientifica, portando un bagaglio di esperienza internazionale, idee innovative e progetti da realizzare. Sono la Dottoressa Sara Lovisa, vincitrice di uno start-up grant della Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro, e la Dottoressa Elvezia Paraboschi, che ha vinto un finanziamento della Fondazione Regionale per la Ricerca Biomedica della Regione Lombardia.

Nel primo caso si tratta di un contributo dedicato da AIRC a ricercatori che rientrano in Italia dall’estero, per avviare il proprio gruppo di ricerca e finanziare cinque anni di lavoro. «Il progetto che ho presentato, e che è risultato vincitore, è focalizzato sul collegamento tra cancro e malattie infiammatorie, in particolare tra infiammazione cronica e fibrosi tissutale», racconta la Dott.ssa Lovisa. «Nasce dal mio dottorato di ricerca in ambito oncologico e dalla mia formazione post doc su infiammazione cronica e fibrosi tissutale. Ho pensato di presentare un progetto ‘ponte’ tra gli ambiti grazie all’esperienza che ho maturato in questi anni di formazione».

Laureata in Biotecnologie mediche all’Università di Padova nel 2008, dopo il dottorato conseguito presso l’Università di Udine nel 2012, lavorando in contemporanea nel Centro di Riferimento Oncologico di Aviano, nel 2013 la ricercatrice si è trasferita negli Stati Uniti per un training post doc al M.D. Anderson Cancer Center dell’Università del Texas a Houston. Nel 2020 è rientrata in Italia, in piena pandemia, con il supporto di Fondazione Veronesi, prima di ottenere il grant di AIRC che l’ha portata in Humanitas University.

«Mi propongo di studiare la transizione epitelio-mesenchimale: è quella che possiamo definire una ‘perdita di identità’ delle cellule che compongono i nostri organi. Perdono le loro proprietà di cellule epiteliali e acquisiscono proprietà di cellule simili a fibroblasti», spiega la Dott.ssa Lovisa. «Un meccanismo che è stato riportato essere presente sia nel cancro che nelle malattie infiammatorie. L’obiettivo è studiare questo meccanismo nei tumori che nascono come conseguenza di malattie infiammatorie croniche. La mia ipotesi è che sia uno dei meccanismi che nasce dalla risposta all’infiammazione e porta alla trasformazione in cellule tumorali». Lo studio sarà condotto in stretta collaborazione con l’ospedale: «Inizieremo a studiare la transizione epitelio-mesenchimale nel colon, una scelta legata alle linee di ricerca che si portano avanti in istituto e all’eccellenza clinica di Humanitas in questo ambito».

La Dottoressa Paraboschi, laureata in Biotecnologie mediche alla Statale Milano, ha conseguito un dottorato di ricerca in Biologia cellulare molecolare nel 2012. Ha quindi proseguito la sua ricerca post doc nel laboratorio del Prof. Stefano Duga in Humanitas University con un’esperienza di un anno in laboratorio al Massachusetts General Hospital di Boston. «Un’occasione per passare dal lavoro al bancone a quello bio-informatico, di analisi al computer dei dati genomici. Mi ha permesso di ottenere un background misto tra laboratorio e analisi informatica, su cui si fonda la mia ricerca», spiega Paraboschi.

Il bando della Fondazione regionale per la ricerca biomedica è rivolto a ricercatori con meno di 40 anni. «Il finanziamento che ho ottenuto è dedicato allo studio dei meccanismi alla base della sclerosi multipla, una malattia infiammatoria che colpisce sistema nervoso centrale. Una malattia debilitante che si manifesta anche in giovane età adulta, soprattutto tra i 20 e i 40 anni, nella parte più attiva della vita. Mi occupo di questo tema da qualche anno», spiega la ricercatrice.

«Nel laboratorio in cui lavoro in Humanitas è stata dimostrata la presenza di una irregolarità in una attività importante per la cellula, definita splicing, il processo responsabile della maturazione delle molecole di Rna, che contengono le informazioni per “costruire” le proteine. Un processo che funziona in maniera disregolata nei pazienti con la sclerosi multipla rispetto a persone sane. Il nostro obiettivo è studiare più nello specifico questo processo per capire come varia il profilo di splicing nei pazienti affetti dalla malattia rispetto ai controlli sani e capire così i meccanismi responsabili delle differenze».

L’obiettivo finale della ricerca è ambizioso: «Capire se le differenze nello splicing possono essere utilizzate come biomarcatore della malattia. Individuare le molecole espresse nei pazienti e mettere a punto un test diagnostico basato su con un semplice prelievo». Un test che potrebbe essere molto meno invasivo rispetto a quelli attualmente in uso per diagnosticare la sclerosi multipla.

Il progetto è articolato su tre anni a partire da aprile 2021 e si inserisce nel gruppo di ricerca di Medical Genetics and Rna biology, coordinato dal Prof. Stefano Duga. «Humanitas è uno dei migliori centri di ricerca in Italia e la stretta connessione tra università e ospedale è un grande vantaggio», riflette la Dott.ssa Paraboschi. «La preziosa collaborazione con i clinici, che lavorano a contatto con i pazienti, è fondamentale soprattutto in studi come il mio, che prevede il coinvolgimento di pazienti e controlli sani e ha ricadute potenziali cliniche importanti di cui la comunità ospedaliera può beneficiare».

HUMANITAS GROUP

Humanitas è un ospedale ad alta specializzazione, centro di Ricerca e sede di insegnamento universitario. Ha sviluppato la sua organizzazione clinica istituendo centri di eccellenza specializzati per la cura dei tumori, di malattie cardiovascolari, neurologiche e ortopediche – oltre che un centro oculistico e un fertility center.