Rigenerazione del menisco: un cuscinetto artificiale riporta indietro le lancette dopo l’infortunio al ginocchio


Un progetto europeo coordinato da Humanitas con l’obiettivo di studiare nuove soluzioni per i pazienti a cui, in seguito a un infortunio, sia stato asportato il menisco. Una condizione molto diffusa che crea, con il tempo, disagi e dolore a moltissimi pazienti. Per questo è partita la sperimentazione, nell’ambito di Horizon 2020, su un menisco artificiale realizzato con bio-materiali di ultima generazione, in grado di integrarsi con l’articolazione. Ne parla la Prof.ssa Elizaveta Kon, professore associato di Malattie dell’apparato locomotore di Humanitas University e responsabile della Sezione di Ortopedia.

Il progetto affronta una necessità clinica che riguarda tanti pazienti, quella della ricostruzione meniscale.

Parliamo di un problema diffuso. Sono tanti i pazienti cui sia stato asportato il menisco, si tratta di uno degli interventi più comuni nella chirurgia del ginocchio a livello mondiale. Per decenni il menisco è stato trattato un po’ come l’appendice: si toglieva e basta. Ma il menisco è l’ammortizzatore del ginocchio, non è inutile, anzi. Se lo perdi accusi delle difficoltà. È un aspetto che viene studiato da tempo.

Quali sono le conseguenze a lungo termine dell’asportazione del menisco?

In tutto il mondo si sta iniziando a capire che non è così ‘gratuito’ togliere il menisco a una persona. Maggiore è la percentuale del menisco persa e più si rischia di avere dolore e fatica a camminare, soprattutto a lungo termine. Oggi si cercano soluzioni alternative all’asportazione, ma non sempre è possibile.

Qual è l’obiettivo del progetto?

Il progetto punta a ricreare un menisco artificiale. Al paziente viene impiantato un nuovo menisco, realizzato con bio-materiali di ultima generazione, che è biologicamente attivo e favorisce la rigenerazione del tessuto. Lavoriamo sullo sviluppo della capacità di rigenerare vasi e tessuti, in modo che il materiale innestato diventi parte dell’articolazione. Questo è un primo filone, che riguarda soprattutto persone che abbiano subito l’intervento in tempi relativamente recenti.

Quali soluzioni sono allo studio per gli altri pazienti?

Per i pazienti che hanno perso il menisco da più tempo, o che hanno sviluppato ormai un’artrosi, la soluzione è impiantare una sorta di protesi meniscale, che funge anche da deposito di fattori anti infiammatori. Non sarà quindi solo un cuscinetto meccanico.

Come si svolge il lavoro di prevenzione previsto nel progetto?

Il terzo filone del progetto ha lo scopo di arrivare a comprendere quali siano i pazienti a rischio. Abbiamo capito che una certa morfologia del ginocchio è legata a pazienti che sviluppano più problemi dopo la perdita del menisco. È in corso uno studio clinico su ampia scala per capire quali sono questi fattori. In questo modo, quando un paziente arriva con il menisco rotto, il medico potrà decidere, in base al livello di rischio, se è meglio non rimuoverlo e cercare quindi altre soluzioni. Attualmente ci sono possibilità, ma si usano poco perché sono complesse e costose, come il trapianto da donatore.

Le soluzioni che state studiando potrebbero essere sfruttate anche da sportivi e atleti?

Come detto il primo filone di studio, quello che riguarda l’impianto di menisco vascolarizzato, è dedicato a persone giovani. Si tratta di un intervento che permette il ritorno alla vita precedente, di fatto riporta indietro le lancette. Il secondo filone filone sarà presumibilmente dedicato a persone di età più avanzata. Parliamo sempre di pazienti attivi, che vogliono continuare a fare attività fisica e una vita normale. Oggi la popolazione invecchia sempre di più e le persone non si rassegnano a fare una vita sedentaria, non rinunciano alle proprie attività e cercano risposte in questo senso.

A che punto è lo studio? Coinvolgerà anche gli studenti di Hunimed?

Siamo ancora in fase di sperimentazione pre-clinica. Il progetto dura cinque anni e sappiamo che per sviluppare e fare ricerca serve tempo, anche se si accelera al massimo. Noi puntiamo sempre al coinvolgimento degli studenti. Tengo molto a fare crescere i giovani medici come professionisti pensanti, che sappiano cogliere le possibilità di partecipare alla ricerca in modo attivo.

HUMANITAS GROUP

Humanitas è un ospedale ad alta specializzazione, centro di Ricerca e sede di insegnamento universitario. Ha sviluppato la sua organizzazione clinica istituendo centri di eccellenza specializzati per la cura dei tumori, di malattie cardiovascolari, neurologiche e ortopediche – oltre che un centro oculistico e un fertility center.