L’importante ruolo dell’infermiere Guida di Tirocinio


L’apprendimento clinico riveste un ruolo di fondamentale importanza per lo studente, in quanto gli permette di applicare nella pratica ciò che ha appreso nella teoria. Per questo motivo, si ritiene indispensabile fornire ai giovani che dovranno affrontare il mondo del lavoro il supporto di una guida, appositamente formata, la cui attività è orientata allo sviluppo della loro professionalità.

Anche in ambito infermieristico, assume particolare rilevanza la figura della Guida di tirocinio, l’infermiere tutor che affianca, coinvolge e sostiene lo studente in sede di tirocinio, facilitandone la crescita e potenziandone l’autonomia nel percorso di inserimento all’interno del contesto lavorativo.

Vista l’importanza di questa figura, nei giorni 6, 14 e 19 marzo 2019 si è svolto il corso di formazione “Metodi e strumenti della didattica tutoriale per sviluppare le competenze professionali degli studenti infermieri” rivolto agli infermieri degli ospedali di Humanitas che svolgono attività di Guide di Tirocinio (GdT) per gli studenti di Infermieristica di Humanitas University.

 

Una seconda edizione del corso è prevista nei giorni 6, 13 e 21 maggio 2019.

Abbiamo intervistato due infermiere, Valeria Roveda, che lavora da diversi anni in Pronto Soccorso, e Giulia Dubbini, per sapere come si è svolto tale corso di formazione e che tipo di esperienza hanno vissuto.

 

Come era articolato il corso?

Il corso di formazione per gli infermieri  guide di tirocinio si è sviluppato in tre giorni, per ognuno dei quali erano previste quattro ore.

“I partecipanti erano sia infermieri che non hanno mai fatto esperienza di guida di tirocinio sia infermieri già esperti di tutoraggio”, spiega Roveda.  

“Il corso si è articolato in alcune lezioni frontali, in una parte di discussione con i docenti relatori e in un momento di role playing, un’esercitazione pratica tenuta da un docente del corso di laurea con un’infermiera partecipante”, spiega Dubbini.

 

Quale obiettivo si prefiggeva il corso?

“Lo scopo del corso era di fornire ai partecipanti le conoscenze e le competenze da applicare nell’attività di guida di tirocinio in merito al quadro normativo universitario di riferimento e organizzazione del CdL di infermieristica di Humanitas University, al ruolo e alle funzioni, agli strumenti di tutoraggio, al pensiero critico e all’applicazione del Modello teorico di Marjory Gordon”, riferisce Dubbini.

“L’obiettivo principale – aggiunge Roveda – era quello di insegnare agli infermieri che svolgono il ruolo di Guide di tirocinio una metodologia di lavoro uniforme per poter seguire al meglio gli studenti durante il loro apprendimento clinico nei vari reparti”.

 

Quali sono gli strumenti di formazione che deve utilizzare la Guida di tirocinio?

Risponde Dubbini: “I principali strumenti di tutoraggio che ci hanno illustrato con precisione al corso sono:

  1. Il contratto formativo, che consiste in un accordo tra tutor e tirocinante riguardo gli obiettivi da raggiungere, il tempo da impiegare, le strategie e le risorse da attivare, la modalità con cui viene valutato il risultato, i momenti della valutazione, l’entità dell’impegno autonomo dello studente. In sintesi, tale contratto rappresenta formalmente l’impegno e la responsabilità che il tirocinante assume con la sua guida.
  2. Il briefing e il debriefing, ossia i momenti della preparazione alla pratica clinica e della rielaborazione (riflessione) dell’esperienza di apprendimento sul campo, esplorando le eventuali criticità riscontrate.
  3. Lo stimolo al pensiero critico, cioè alla consapevolezza dei propri punti di forza e di debolezza, al fine di migliorarsi”.

“Il feedback – afferma Roveda – è uno strumento di formazione fondamentale, che deve riguardare non solo l’esperienza generale, ma anche e soprattutto quella giornaliera”.

 

Dottoressa Dubbini, prima ha citato il modello di Gordon: di che cosa si tratta?

“Si tratta di un modello di accertamento che, prendendo in considerazione undici modelli funzionali, permette agli infermieri di stilare il profilo, dettagliato e completo, dello stato funzionale di salute della persona assistita, mediante la valutazione di molteplici parametri all’interno di categorie-modello”, spiega Dubbini.

“Nello specifico – chiarisce – il tirocinante, grazie alle nozioni acquisite, sarà in grado di rilevare le disfunzioni di ciascun modello e spiegarne il motivo, potendo così garantire la miglior tipologia di assistenza infermieristica specifica per il singolo assisitito”.

 

Come valuta la sua esperienza? Che cosa pensa di aver imparato?

“È stata un’esperienza positiva, che consiglio a tutti i colleghi di fare, perché sono riuscita a capire come interfacciarmi con il tirocinante qualora ci fosse una criticità, soprattutto durante il debriefing che è sicuramente un momento formativo molto importante”, afferma Dubbini. E prosegue: “Questo corso ha contribuito alla mia crescita professionale, ad avere conoscenze più approfondite sulla mia attività e sui meccanismi operativi, e mi ha insegnato anche a combattere le mie insicurezze e, quindi, a gestire anche la parte emotiva del lavoro”.

“Anche le modalità con cui sono stati esposti i contenuti sono state assolutamente chiare e precise”, aggiunge.   

Anche la dottoressa Roveda ha risposto alla domanda: “Dal mio punto di vista, il corso è stato molto utile perché, nonostante segua gli studenti da diversi anni, mi ha fornito delle nuove informazioni e indicazioni e, soprattutto, maggiore chiarezza per quanto riguarda la metodologia da seguire, che è fondamentale nel nostro lavoro. Infatti, l’ho vivamente consigliato agli altri colleghi”. “Inoltre – aggiunge – è stata un’esperienza molto positiva anche dal punto di vista del rapporto con i tutor didattici dell’università (con i quali non si ha quasi mai la possibilità di comunicare), che si sono dimostrati disponibili e collaborativi”.

 

Dottoressa Roveda, come vive il suo ruolo di guida?

“Lo vivo con un grande senso di responsabilità”, risponde Roveda. “Nonostante la mia anzianità di lavoro e la mia esperienza di tutoraggio – continua – sono consapevole del fatto che posso sempre imparare qualcosa dallo studente che seguo e che lo scambio continuo di conoscenze rappresenta una crescita professionale per entrambi. Ogni esperienza di tirocinio mi ha dato qualcosa di nuovo, mi ha arricchito anche umanamente”. 

 

Nel corso della sua esperienza di tutor, quali sono state le criticità più frequenti che ha riscontrato negli studenti?

“Ogni studente possiede un suo bagaglio culturale e un suo modo di apprendere e di approcciarsi al lavoro. Un aspetto negativo che spesso si riscontra nei tirocinanti, solo all’inizio però, è la mancanza di umiltà”, risponde Roveda. E prosegue: “A volte, se allo studente non piace il reparto a cui è stato assegnato, dimostra poco interesse, entusiasmo e collaborazione; in questi casi, sta alla capacità del tutor trovare un metodo per cambiare questo atteggiamento che, alla lunga, rischia di portare a un giudizio finale negativo non solo per il tirocinante, ma anche per la guida che non è stata in grado di entrare in comunicazione con lui”.

 

Dottoressa Dubbini, che cosa si aspetta dalla sua prossima esperienza di guida?

“Sarà la mia prima esperienza di tutoraggio e di questo vado molto fiera visto che ho solo venticinque anni”, risponde. “Mi sento molto motivata e disponibile, perché, dopo aver vissuto in prima persona un momento negativo durante il secondo anno del mio tirocinio, ho capito quanto sia importante per lo studente una guida che ti accompagni e ti faccia sentire considerata. Desidero essere una risorsa per chi mi viene affidato”, conclude la dottoressa Dubbini.

HUMANITAS GROUP

Humanitas è un ospedale ad alta specializzazione, centro di Ricerca e sede di insegnamento universitario. Ha sviluppato la sua organizzazione clinica istituendo centri di eccellenza specializzati per la cura dei tumori, di malattie cardiovascolari, neurologiche e ortopediche – oltre che un centro oculistico e un fertility center.