Katalin Karikó, pioniera dell’mRna, riceve la prima laurea honoris causa in Medicina di Humanitas University: “Seguite i vostri sogni e non esitate a imparare qualunque cosa da chiunque”


L’ottavo anno accademico di Humanitas University è stato inaugurato il 29 novembre e ha portato con sé la consegna della prima laurea honoris causa in Medicina dell’ateneo. A riceverla è stata Katalin Karikó, Senior Vicepresident di BioNTech, insignita del riconoscimento dal rettore di Hunimed Marco Montorsi con la seguente motivazione: «In considerazione dello straordinario contributo allo studio e allo sviluppo di una nuova generazione di vaccini basati sulla innovativa tecnologia a mRNA, tra cui quello anti COVID-19, a ulteriore conferma del valore dell’integrazione tra conoscenze mediche e applicazioni tecnologiche». Karikó, infatti, è la pioniera della tecnologia dell’Rna messaggero che è alla base dello sviluppo del vaccino contro il Coronavirus. Classe 1955, di origini ungheresi, la biochimica da oltre 40 anni lavora nel campo della biologia molecolare. Dal 2013 è vicepresidente di BioNTech e dal 2019 ne è diventata vicepresidente senior. «Sono molto emozionata per questo riconoscimento: non sono mai stata sotto i riflettori nel corso della mia vita, perché per quattro decenni ho solo pensato a lavorare e a fare esperimenti. Non c’è mai stato nessuno che mi abbia detto “Katalin, stai facendo un buon lavoro”», ha detto dal palco. «Questa è la mia prima volta a Milano, una città che ho apprezzato molto. Visitandola mi sono chiesta perché non fossi venuta prima, forse perché avevo qualche esperimento da fare!», ha detto la professoressa Karikó.

Nel corso del suo intervento ha ricordato la sua infanzia e il modo con cui è arrivata a scegliere la ricerca scientifica. «Mia mamma era una contabile, mentre mio padre un macellaio, io da piccola sapevo come fare una salsiccia. Ma ero anche molto curiosa e avevo una insegnante straordinaria che mi stimolava molto». Tuttavia, gli anni passati in laboratorio sono stati spesso anche frustranti. «Capitava che gli esperimenti non funzionassero e questo mi deludeva moltissimo. In quei momenti, leggevo sempre una frase di Leonardo Da Vinci che diceva “l’esperienza non falla, ma sol fallano i nostri giudizi, promettendosi di lei cose che non sono in sua potestà”. Questa citazione mi ha sempre obbligato a pensare in modo critico». Ma, avverte la professoressa Karikó, «se qualcuno vuole diventare scienziato deve sapere che non è per essere famoso, se vuole essere famoso allora faccia l’attore. E lo stesso se vuole essere ricco: non faccia lo scienziato». E aggiunge: «Con i miei colleghi abbiamo lavorato anni per trovare questa tecnologia, a volte ci sembrava science fiction. Ma sapevano che se il risultato del nostro lavoro avesse salvato la vita anche a una sola persona, allora ce l’avevamo fatta. Oggi è un sollievo sapere che i vaccini hanno salvato così tante vite e hanno protetto così tante persone dal COVID-19».

Poi Karikó ha dato alcuni consigli ai giovani scienziati e alle giovani scienziate di Hunimed. Innanzitutto, fare un lavoro che piace: «Passiamo gran parte della nostra vita lavorando ed è importante che ci piaccia». Poi, «imparare a gestire lo stress: ricordo quando ero alle superiori – ha raccontato – e la mia insegnante ci dette da leggere un libro sullo stress che io lessi. Ecco, quel testo mi ha aiutato a rimanere sulla strada tracciata senza preoccuparmi di come sarebbe stato. È importante che impariate a trasformare lo stress cattivo in buono». Un consiglio che, ammette la biochimica, «a me sarebbe stato molto utile avere ogni volta che ho perso un lavoro». E quindi: «Le nuove opportunità vanno accolte, bisogna sempre guardare avanti». Fondamentale è poi il lavoro e la collaborazione con gli altri colleghi: «Quando vivevo negli Usa vedevo i miei colleghi pubblicare su riviste molto più importanti di quelle in cui pubblicavo io. Per questo vi dico: osservate i vostri colleghi perché un giorno vi serviranno, vi servirà il loro lavoro, seguiteli, studiate cosa fanno e loro vi aiuteranno». Perché «da tutti si può imparare: mia figlia quando aveva sette anni tornò a casa e scrisse una lettera alla sua insegnante per ringraziarla dell’anno appena concluso, “la ringrazio perché abbiamo imparato tantissimo”, scrisse. Io all’epoca avevo 35 anni e non avevo mai scritto alcuna lettera ai miei insegnanti: mi misi subito a scrivere. Vi dico quindi: non esitate a imparare qualunque cosa da chiunque, anche da una bambina di sette anni e soprattutto dite a chi vi ha fatto capire il vostro valore quanto sia stato importante per voi».

Infine, Karikó si è rivolta alle «giovani scienziate: trovatevi il compagno giusto per la vita. Ho incontrato mio marito quando eravamo studenti, l’ho sposato 42 anni fa. Lui mi ha sempre supportato, si è spostato in differenti per paese per me. Avevamo pochi soldi e nostra figlia di due anni era sempre con noi. Mio marito Belà Francia non mi ha mai detto “smetti di fare ricerca, cucina”. E quando nei weekend io non c’ero mai perché avevo sempre un esperimento importante da fare, lui non si è mai lamentato. Anche quando otto anni fa ho ricevuto l’offerta in BioNTech, lui mi ha spinto ad accettarla, pur sapendo che ci saremmo dovuti trasferire in Germania. Anche mia figlia è cresciuta sapendo che la mia vita era dedicata alla scienza». Per questo, «ragazze – ha concluso il suo intervento – vi dico che non dovete scegliere tra la carriera e l’avere dei figli, trovate il marito giusto che ha a cuore i vostri sogni e condivide le vostre scelte».

HUMANITAS GROUP

Humanitas è un ospedale ad alta specializzazione, centro di Ricerca e sede di insegnamento universitario. Ha sviluppato la sua organizzazione clinica istituendo centri di eccellenza specializzati per la cura dei tumori, di malattie cardiovascolari, neurologiche e ortopediche – oltre che un centro oculistico e un fertility center.