Discorso di apertura del prof. Marco Montorsi per l’inaugurazione dell’anno accademico 2017/2018


Signor Presidente della Repubblica, Autorità, magnifici Rettori, cari Colleghi, cari Studenti, Signore e Signori.

È per me un vero piacere avervi tutti qui in occasione di questa giornata che rappresenta per la nostra giovane Università un momento assai significativo che riunisce la celebrazione di apertura dell’Anno Accademico con l’inaugurazione del nuovo Campus universitario.

Il settore delle scienze della vita, che rappresenta il core del nostro progetto educativo, è ormai quasi universalmente visto come uno dei più dinamici, dal quale ci possiamo aspettare rilevanti avanzamenti in grado di trasformare positivamente la vita delle persone e la cura delle malattie nei prossimi anni. Parliamo di tutte le tecnologie qui illustrate, il cui sviluppo avrà un impatto direttamente o indirettamente connesso, ma sempre comunque assai significativo, con l’area delle scienze della vita.

L’Italia in questo ha un ruolo molto importante in Europa, per la concomitante presenza nel nostro Paese di un importante network di imprese di settore e di istituzioni universitarie e di ricerca biomedica di elevato livello, in grado di sviluppare un potenziale di crescita assai significativo nel breve e medio termine.

Tale scenario così stimolante, che disegnerà un nuovo orizzonte tecnologico in un mondo sempre più connesso, richiede agli Atenei con scuole di Medicina una profonda riflessione e un verosimile cambiamento del modello di education (o di parte di esso) che si deve sempre più fondare su alcuni pilastri: una rete ospedaliera caratterizzata da elevata qualità clinica ed efficienza gestionale; un centro di ricerca di alto livello focalizzato su temi all’avanguardia e sulla capacità di traslare rapidamente tali risultati in benefici di salute; una Faculty internazionale con l’obiettivo di raggiungere l’eccellenza in ricerca e didattica; una rete di collaborazione con le migliori realtà accademiche; un Campus adeguato e tecnologicamente all’avanguardia.

Pur riconfermando l’importanza di una solida formazione preclinica efficacemente integrata tra i diversi corsi, l’ingresso in ospedale rappresenta senza dubbio un momento topico e carico di emozioni per gli studenti: è in questo ambiente, capace di generare elevati volumi di attività e alta qualità clinica per un felice mix di medici competenti e generosa disponibilità di tecnologia, che i nostri studenti acquisiranno gli strumenti fondanti per la loro futura formazione, quali, ad esempio, l’attitudine al lavoro di squadra, il corretto uso delle nuove tecnologie, una tutorship efficace e uno sviluppo delle loro capacità relazionali, fondamentali per un corretto rapporto medico-paziente.

Tutte queste competenze sono essenziali per assicurare la loro futura inclusione e l’attiva partecipazione nel mondo del lavoro, in un contesto divenuto sempre più internazionale.

Il secondo pilastro di una efficace educazione medica è rappresentato da uno stretto collegamento con la Ricerca, in particolare traslazionale.

In quest’ottica abbiamo cercato di elevare l’attrattività del percorso del medico ricercatore (MD-PhD) attivando un nostro peculiare progetto di formazione che abbiamo chiamato ERT (Excellence Research Track) con l’obiettivo di fornire agli studenti più motivati solide basi di ricerca sin dai primi anni della loro formazione: sarebbe al proposito auspicabile una certa flessibilità legislativa, che consenta di legare in modo evidente queste iniziative al percorso di dottorato e forse anche alle scuole di specializzazione, almeno per ciò che concerne la crescita della figura del ricercatore in area clinica.

È in questi percorsi didattici che potremo far crescere i futuri talenti con le più chiare attitudini accademiche.

In questo progetto educativo strettamente connessa è la costruzione di una chiara leadership nella ricerca scientifica con capacità di concorrere ed acquisire grant competitivi. I nostri ricercatori hanno al proposito ormai da tempo dimostrato un’ottima performance così come evidente dalla distribuzione dei prestigiosi grant ERC, anche se la maggior parte di loro sviluppa poi il personale progetto di ricerca al di fuori del nostro Paese.

Dobbiamo essere in grado di invertire questa tendenza, offrendo a questi brillanti ricercatori un ambiente stimolante e facilities di livello, anche utilizzando meccanismi incentivanti e pacchetti globali che li convincano a restare nelle nostre Università. La competizione con le migliori istituzioni si fa anche qui, e non possiamo restare indietro.

Venerdì scorso a Roma il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha detto: «Abbiamo bisogno di più Università». Ma più Università vuol dire anche più autonomia e meno vincoli, e per le nostre Università non statali (di qualità aggiungerei), anche la possibilità di concorrere senza preclusioni ai fondi ministeriali competitivi e di merito.

La nostra Faculty vanta una buona percentuale di docenti con una significativa caratterizzazione scientifica e lunga esperienza nelle migliori istituzioni universitarie estere.

E a rimarcarne l’importanza abbiamo proprio affidato ad uno di loro, il Prof. Elio Riboli, la lectio magistralis che concluderà questa cerimonia.

La Faculty è in crescita nelle sue varie componenti.

In particolare, quella dei Ricercatori (o Assistant Professors) – la base sulla quale costruire una solida e duratura comunità accademica – è in via di progressivo reclutamento nell’ambito di un ambizioso progetto quinquennale di acquisizione e valorizzazione dei più brillanti giovani nei diversi settori clinici e preclinici.

La percentuale di studenti internazionali è cresciuta nel tempo fino a raggiungere il 44% degli iscritti di quest’anno, con progressivo ampliamento nella distribuzione geografica dei Paesi di provenienza. In questo ambito, con l’obiettivo di attrarre nei nostri corsi studenti sempre più performanti, resta aperto il tema dell’identificazione di un efficace test di ammissione, che garantisca da un lato un’eccellente capacità predittiva della qualità del percorso accademico degli studenti e sia altresì riconosciuto a livello internazionale.

Per quanto riguarda le lauree brevi, l’incremento dell’offerta formativa – anche con l’apertura della nuova sede del Corso di Laurea in Infermieristica a Bergamo – è stato rapidamente assorbito da una richiesta sempre elevata, in particolare per quanto riguarda il Corso di Laurea in Fisioterapia.

Il progressivo invecchiamento della popolazione, con conseguente aumento degli anni di vita caratterizzati da cronicità ed invalidità, richiede attenzione e costante monitoraggio della disponibilità di queste figure professionali.

Nell’ambito della formazione post-Laurea, siamo stati accreditati per 13 Scuole di specializzazione in area medica, per un totale di 45 contratti di formazione, di cui un terzo finanziato con nostri fondi privati. Un contratto proviene, al contrario, da un’azienda sanitaria pubblica destinato alla nostra Scuola di Specializzazione in Oncologia: un esempio inusuale ma virtuoso di ampliamento della rete formativa con una collaborazione privato-pubblico, forse non così frequente.

Un’Università di Medicina con un Corso di Laurea internazionale deve poi contare su solide relazioni con le migliori realtà accademiche, sia attraverso una generosa politica di Visiting Professor sia costruendo un network di relazioni con altri Atenei italiani e stranieri.

Un’ultima riflessione sul significato del Campus: l’importanza di un luogo anche fisico di aggregazione era ben nota già agli antichi greci e qui ne vedete alcuni esempi, nei resti archeologici o così come sono stati interpretati da grandi artisti del passato.

Le Università più antiche, nella grande maggioranza nate nel nostro Paese, si sono poi sviluppate con un mix di spazi aperti e di mirabili aule nelle quali si tenevano le attività didattiche e si assicurava il concetto di Universitas. E oggi, se guardiamo a quelle che sono considerate in diversi ranking le migliori Università nel settore delle Life Sciences (e che appartengono per la grande maggioranza al mondo anglosassone), è ben evidente l’organizzazione dei loro Campus, che risultano quindi essere un modello di aggregazione e di vita integrata tra le due comunità dei docenti e dei discenti.

Gli studenti sono incoraggiati a trascorrervi molto del loro tempo grazie all’opportunità di avere contatti diretti con il corpo docente; di interagire tra loro e di essere coinvolti in attività sociali extra-curriculari; di sperimentare modalità di insegnamento e di apprendimento basate sulle nuove tecnologie (la cosiddetta “classe capovolta”), incluse le metodiche di simulazione condotte in un centro all’avanguardia.

È quindi con grande emozione e rinnovato orgoglio che dichiaro aperto l’anno accademico 2017-2018 dell’Università Humanitas.

HUMANITAS GROUP

Humanitas è un ospedale ad alta specializzazione, centro di Ricerca e sede di insegnamento universitario. Ha sviluppato la sua organizzazione clinica istituendo centri di eccellenza specializzati per la cura dei tumori, di malattie cardiovascolari, neurologiche e ortopediche – oltre che un centro oculistico e un fertility center.