Discorso di apertura del prof. Marco Montorsi per l’inaugurazione dell’anno accademico 2016/2017


Discorso di apertura del prof. Marco Montorsi per l’inaugurazione dell’anno accademico 2016/2017.

Signor Ministro, Signor Sindaco, Magnifici Rettori, colleghi, cari studenti, è per me un vero piacere accogliervi oggi  nel giorno in cui inauguriamo il nuovo anno accademico della nostra giovanissima università: sono infatti passati appena due anni e mezzo dal decreto ministeriale di istituzione di Hunimed, una università nata con l’obiettivo di costituire un progetto educazionale a respiro internazionale nel campo delle Life Sciences.

Anche nell’anno appena concluso, i dati nazionali dei test di ammissione confermano il continuo appeal dell’area delle scienze mediche con un rapporto domande per posti disponibili superiore a 6.

Il fenomeno è molto più evidente per i corsi internazionali in lingua inglese, offerti oggi da 10 Università tra statali e non statali (tra le quali appunto Hunimed ) nelle quali risulta in costante crescita la quantità di posti assegnati agli studenti extra-UE.

L’internazionalizzazione del nostro sistema dell’educazione superiore è stata peraltro di recente ribadita come una delle priorità politiche dal Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca nel suo Atto di Indirizzo appena reso pubblico.

Si tratta di un titolo di studio – la laurea in medicina – che, pur con le criticità di un percorso professionale molto lungo, mantiene un forte rapporto con il mondo del lavoro se guardiamo i dati del recente rapporto dell’Alma Laurea sulla condizione occupazionale dei laureati italiani.

Questo aspetto risulta rivestire una sempre maggiore importanza tra la nostra popolazione studentesca, come evidenziato nell’ultimo rapporto dell’Osservatorio degli studenti universitari promosso da L’Oréal e di recente presentato.

Se a questo aggiungiamo i dati di uno studio che ha esaminato la situazione dei medici in servizio negli ospedali italiani proiettandola nel prossimo decennio, si può notare come l’età dei nostri medici sia elevata, anzi risulta tra le più alte in Europa.

Ci dobbiamo aspettare quindi fra qualche anno un picco di pensionamenti e di conseguenza un aumento significativo del fabbisogno di medici, stimato in più di 50.000 unità, aggravato dal peculiare problema del nostro Paese del numero ancora insufficiente di contratti di formazione specialistica.

A questo proposito, è pur vero che il problema italiano è ancora quello della relativa bassa capacità di attrarre talenti, ma io credo sia giusto cominciare a considerare il mercato del lavoro nella sua globalità su base europea; questo aiuterebbe a non enfatizzare in modo negativo la migrazione dei nostri giovani laureati inquadrandola in un più fisiologico fenomeno di circolazione dei cervelli invece che – come si è soliti dire – “fuga dei cervelli”; la libera circolazione dei cervelli dovrebbe essere vista come garanzia supplementare contro il rischio di non trovare lavoro o perderlo in patria proprio per quella categoria – i giovani – che hanno la massima attitudine alla mobilità.

Le Università sono le istituzioni fondamentali per l’attrazione dei talenti e la loro crescita, partendo appunto da una efficace selezione della popolazione studentesca in ingresso e creando le condizioni più favorevoli al raggiungimento di questo obiettivo durante gli anni di studio. Il successo professionale e scientifico di un laureato è il successo dell’università che lo ha formato.

In questo contesto ed essendoci posti come obiettivo di offrire un corso di laurea attrattivo per gli studenti stranieri, abbiamo positivamente valutato i dati del recente test di ammissione sia per gli studenti comunitari che extra comunitari che testimoniano un significativo incremento degli iscritti.

Al termine del processo di immatricolazione – spesso molto lungo e complesso – abbiamo registrato un tasso di studenti stranieri del 40% che provengono da Paesi anche molto lontani tra loro, ma con grandi aspettative.

Questo melting pot studentesco rappresenta per certo la parte più stimolante del nostro progetto educativo ma richiede una grandissima attenzione, in particolare nei meccanismi di selezione e di orientamento, cui stiamo provando a dare risposte con iniziative mirate.

Un corso internazionale con studenti di provenienza culturale anche molto diversificata richiede infatti grande cura verso alcuni aspetti relativi al modo più efficace di insegnare, valutare e supportare la crescita dello studente stesso.

In una parola, attenzione globale sia verso le technical che le soft skills.

Il nuovo Campus, che sta crescendo rapidamente, sarà la sede privilegiata per tutte queste iniziative a partire dal prossimo anno accademico.

Abbiamo laureato i primi sei studenti grazie ad un agreement con l’Università di Milano: si tratta della prima coorte che si iscrisse al Mi-Med sei anni fa e che ha interamente seguito e frequentato il corso di laurea qui in Humanitas decidendo poi di aderire alla opportunità di affiliazione in Hunimed.

Sentirete a breve dalla Dottoressa Giulia Mulazzani il racconto della sua personale esperienza.

La Faculty ha visto nel corso dell’anno appena concluso un significativo incremento sia in numeri assoluti che nelle sue diverse componenti. Dopo un primo periodo in cui l’hiring si è naturalmente concentrato sulle posizioni apicali, ora si è aperto un programma di reclutamento di giovani ricercatori volto anche e soprattutto all’estero per allargare la base con elementi a forte vocazione di ricerca con significative esperienze internazionali.

In considerazione della giovanissima età del nostro ateneo, non possiamo ancora figurare nelle classifiche internazionali più qualificate (THE, Scimago, etc.) seppure l’output della ricerca di Hunimed in valore di Impact Factor contribuisca significativamente all’ottima performance del nostro IRCCS.

L’attenzione posta in fase di selezione alla qualità dei docenti e al loro Ranking scientifico e di ricerca è altresì evidente d a questa classifica delle istituzioni italiane di Higher Education elaborata da un interessante sito che si chiama Virtual Italian Academy e che raggruppa i docenti italiani con H-index superiore a 30 attivi sia in patria che all’estero senza diversificazione di tipologia e status dell’Ateneo.

Nell’ambito delle lauree triennali, oltre a proseguire il progetto di una più efficace caratterizzazione professionale del Corso di Laurea in Scienze Infermieristiche, abbiamo fatto partire anche un nuovo Corso di Laurea in Fisioterapia: come era prevedibile, in considerazione dell’appeal che tale corso ha in ambito nazionale, abbiamo registrato un numero di applications molto elevate e i primi 30 studenti hanno di recente iniziato il loro percorso didattico e professionale. Anche per questo corso è stato istituito un Advisory Board internazionale coordinato dal Presidente del Corso stesso per impostare il lavoro e il percorso al meglio e renderlo compatibile con le migliori esperienze europee.

Buoni riscontri abbiamo altresì avuto dai corsi di Master in ambito clinico le cui prime edizioni si sono concluse con la consegna dei diplomi la scorsa settimana; prosegue anche l’Excellence Track in Experimental Medicine – la nostra particolare declinazione del progetto MD-PhD – che sta arruolando ogni anno gli studenti più motivati alla ricerca, scelti sulla base del merito per anno accademico.

Sul versante della formazione post-laurea sono iniziate le attività didattiche e pratico-formative delle otto Scuole di Specializzazione autorizzate dal Ministero dell’Università, due delle quali in collaborazione con altri atenei dell’area milanese. Abbiamo con piacere constatato che gli immatricolati alle nostre Scuole appartengono per quasi due terzi al primo decile della graduatoria nazionale, a testimonianza della qualità e buona reputazione che i nostri docenti e la rete formativa (che comprende le strutture del gruppo presenti in Regione) possiedono sul territorio nazionale.

In questo ambito restano da definire e possibilmente correggere alcuni aspetti controversi fonte di inefficienze quali: il meccanismo di selezione, che consente opzioni in aree disciplinari troppo diverse; la non pari dignità tra le borse ministeriali e quelle finanziate da enti esterni; le difformi regole di ingaggio sul territorio nazionale e nei diversi setting ospedalieri e regionali.

Ci stiamo naturalmente anche confrontando sul futuro, disegnando un piano strategico di sviluppo triennale, ora alla approvazione degli organi accademici, con particolare rilievo alla ricerca e alla innovazione didattica.

Per la ricerca, la sfida si concentrerà nell’affascinante campo della Precision Medicine, sia in ambito preclinico che clinico.

È questo un settore che sta sollevando enormi interessi e grandi iniziative a livello delle singole nazioni e noi vogliamo dare il nostro personale contributo al successo di questa rivoluzione della scienza medica dei prossimi anni concentrando i nostri sforzi sui settori specificatamente indicati nella slide.

Le nuove iniziative didattiche in progettazione riflettono poi il nostro dichiarato interesse a coprire settori delle scienze mediche nei quali sia prevedibile un significativo sviluppo, anche attraverso collaborazioni strutturate con istituzioni scientifiche di elevato livello sia italiane che estere. Tra queste c’è il progetto Watson con IBM.

Lo ha accennato il dr Rocca nel suo saluto , io lo riprendo solo per dire che si tratta di un altro stimolante aspetto di questa realtà  che lega la didattica al mondo della Artificial Intelligence e dell’Information Technology per migliorarne l’efficacia.

Questa nuova medicina di precisione è stata chiamata P4 (Predictive, Personalized, Preventive and Participatory). La quarta “P” è la più importante, come conseguenza della centralità della relazione medico-paziente, con l’obiettivo di stabilire un dialogo e un’alleanza che siano alla base di un rapporto di fiducia reciproca che porti a cure giuste e il più possibile efficaci.

È quindi con rinnovato orgoglio ed un pizzico di emozione che dichiaro aperto l’anno accademico 2016-2017 di Humanitas University.

HUMANITAS GROUP

Humanitas è un ospedale ad alta specializzazione, centro di Ricerca e sede di insegnamento universitario. Ha sviluppato la sua organizzazione clinica istituendo centri di eccellenza specializzati per la cura dei tumori, di malattie cardiovascolari, neurologiche e ortopediche – oltre che un centro oculistico e un fertility center.