Asse intestino-cervello: le prime immagini delle modificazioni del plesso coroideo in pazienti con Malattia di Crohn


Depressione e ansia accompagnano spesso chi soffre di malattie croniche intestinali, come la Colite ulcerosa e la Malattia di Crohn. La comunità scientifica è infatti d’accordo nel ritenere che ci sia un legame tra intestino e cervello, su cui è stata gettata nuova luce nel 2021 quando un team di ricercatrici Humanitas ha identificato l’esistenza di una nuova barriera vascolare nel cervello – e in particolare nel plesso coroideo. Le scienziate hanno scoperto che questa barriera si apre e chiude in base alla salute della barriera intestinale e quindi alla presenza di infiammazione cronica nell’intestino.

I dati, allora pubblicati su Science, mostravano che alla chiusura del plesso coroideo, finalizzata a proteggere il cervello dall’infiammazione dell’intestino, si associavano stati di ansia e depressione, almeno nei modelli in laboratorio. Se confermato in clinica, significherebbe che tali disturbi psicologici – spesso riscontrati in pazienti affetti da Malattia di Crohn e Colite ulcerosa – sono parte della malattia e non solo manifestazioni secondarie, extra-intestinali.

In un nuovo studio, pubblicato di recente su Neurobiology of Desease, i ricercatori e medici di Humanitas hanno deciso di indagare il fenomeno in contesto clinico: utilizzando sistemi di diagnostica non invasiva, hanno misurato le modificazioni del plesso coroideo nei pazienti da Malattia di Crohn.

Alla ricerca ha lavorato un team multidisciplinare di medici e scienziati coordinato dalla dott.ssa Cristiana Bonifacio, Capo Sezione Radiodiagnostica dell’apparato Gastroenterico dell’IRCCS Istituto Clinico Humanitas, e dal prof. Letterio Salvatore Politi, Responsabile della Neuroradiologia ad Alto Campo e Diagnostica Funzionale di dell’IRCCS Istituto Clinico Humanitas, professore Ordinario e Co-Direttore Scuola di Specializzazione in Radiodiagnostica di Humanitas University. Ha collaborato inoltre la prof.ssa Maria Rescigno, Capo del Laboratorio di Immunologia delle Mucose di Humanitas e prorettrice alla Ricerca di Humanitas University, coordinatrice del lavoro pubblicato su Science.

 “Attraverso l’esame di Risonanza Magnetica – spiega la dott.ssa Bonifacio – abbiamo cercato di osservare le modificazioni a livello del plesso coroideo in 17 pazienti con Malattia di Crohn. Abbiamo potuto osservare che i marcatori dell’infiammazione intestinale e sistemica di queste persone sono in effetti correlati a modificazioni morfologiche e funzionali del plesso coroideo. In particolare, gli esami hanno evidenziato modificazioni a livello del volume e della permeabilità della membrana”.

A ogni partecipante allo studio sono state eseguite risonanze magnetiche all’addome, per valutare l’andamento della Malattia di Crohn, e alla testa, per valutare gli effetti dell’attività della patologia sul plesso coroideo. Inoltre, tutti i partecipanti sono stati sottoposti a valutazione endoscopica e ad esami del sangue per rilevare biomarcatori dell’infiammazione.

“Si tratta del primo studio clinico che ha indagato questi fenomeni nei pazienti – prosegue il prof. Politi –.
I prossimi step riguarderanno l’interpretazione delle modificazioni rilevate nel plesso coroideo per cercare correlazioni dirette con gli stati infiammatori. I dati raccolti supportano l’esistenza di un asse vascolare tra intestino e cervello e costituiscono la base per future ricerche per investigare la comunicazione tra i due organi”.

La scoperta del “cancello” cerebrale: il plesso coroideo e l’asse intestino-cervello

Il plesso coroideo è una struttura cerebrale dove viene prodotto il liquido che avvolge l’encefalo e il midollo spinale, a protezione delle delicate strutture del sistema nervoso centrale. Inoltre, il plesso coroideo è un veicolo per l’ingresso di sostanze nutritive e l’eliminazione di quelle di scarto, e svolge un ruolo di difesa immunitaria. Secondo le recenti scoperte condotte nei laboratori di Humanitas, all’interno del plesso coroideo, oltre alla nota barriera epiteliale, esiste una barriera vascolare simile a quella già scoperta in precedenza nell’intestino. In condizioni di salute, questo “cancello” consente l’ingresso di molecole derivate dal sangue e, in caso di infiammazione intestinale, la barriera si chiude per bloccare l’ingresso di possibili sostanze e patogeni nocivi.

Il gruppo di ricerca ha anche dimostrato come questo meccanismo, che di fatto isola il cervello dal resto del corpo, potrebbe essere responsabile delle alterazioni comportamentali che rientrano nello spettro dell’ansia e della depressione. I dati pre-clinici su Science hanno dimostrato che la comunicazione intestino-cervello è alla base di una corretta attività cerebrale e questo apre importanti nuove linee di ricerca, anche riguardanti altre patologie, come quelle neurodegenerative, anch’esse contraddistinte da un forte stato infiammatorio.

HUMANITAS GROUP

Humanitas è un ospedale ad alta specializzazione, centro di Ricerca e sede di insegnamento universitario. Ha sviluppato la sua organizzazione clinica istituendo centri di eccellenza specializzati per la cura dei tumori, di malattie cardiovascolari, neurologiche e ortopediche – oltre che un centro oculistico e un fertility center.