Il progetto Bangui di Humanitas University giunge al terzo anno


Arrivato ormai al suo terzo anno, il «progetto Bangui» portato avanti dall’Humanitas University con l’ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma nella capitale della Repubblica Centrafricana, procede spedito. «L’anno accademico sta andando avanti bene e tra maggio e giugno gli specializzandi della pediatria finiranno gli esami», racconta la dottoressa Maria Grazia Bordoni    responsabile di Chirurgia Vascolare II in Humanitas e coordinatrice del progetto. Che affonda le proprie radici nella formazione di medici, prima con corsi per gli studenti in Medicina e poi con la scuola di Specializzazione in Pediatria. In un paese in cui la guerra ha di fatto svuotato le università e impoverito ulteriormente il settore sanitario.

Tuttavia, nonostante i lasciti del conflitto e la pandemia, il progetto Bangui per il 2021 ha molte novità. La più importante per quest’anno è la borsa di studio che Humanitas University ha attribuito a un giovane medico centrafricano che ha così la possibilità di specializzarsi all’estero dal momento che nella Repubblica Centrafricana ci sono solo poche altre scuole di specializzazione oltre a quella in Pediatria. «Lo studente è partito per Dakar, in Senegal, e lì ha avviato il suo percorso formativo nella scuola di Specializzazione. È molto entusiasta, si trova bene e sta facendo una esperienza molto importante, al termine della quale rientrerà a Bangui come chirurgo pediatra», spiega la dottoressa Bordoni.

Come il resto del mondo, il progetto Bangui ha dovuto confrontarsi con le sfide imposte dalla pandemia, anche sul tema della formazione. «Con questo anno pandemico abbiamo dovuto riconoscere che il sistema più semplice da utilizzare è una piattaforma informatica. Insieme ai colleghi di Roma e di Bangui stiamo mettendo a punto una modalità efficace di formazione che consenta di superare i problemi legati all’impossibilità ad andare direttamente a Bangui per le lezioni e quelli dovuti a una connessione internet non sempre costante.», chiarisce Bordoni. A tal proposito, alcuni docenti di Humanitas University si sono proposti per realizzare delle «pillole» informative per i medici e gli studenti di Bangui: «Ci sono molti temi che vengono affrontati, viene spiegato come realizzare l’allestimento di in campo operatori, come gestire un politrauma e, semplicemente, anche come effettuare un corretto lavaggio delle mani».

Nel corso dell’anno, poi, è anche emersa la volontà, da parte di alcuni studenti italiani, di poter collaborare al progetto. È una proposta che, racconta Bordoni, «ci ha fatto molto piacere. In più, gli studenti hanno chiesto di poter avere un contatto one-to-one con i loro colleghi di Bangui, al fine di poter condividere esperienze sul loro percorso accademico. A Bagui ne sono stati entusiasti e si sono subito messi all’opera per creare un contatto con gli studenti». Sono circa 20 gli studenti universitari coinvolti qui a Milano, mentre un centinaio sono quelli di Bangui che frequentano gli ultimi anni del corso di laurea in Medicina, a cui si aggiungono circa altri 40 studenti della scuola di Specializzazione.

A questa iniziativa è legata l’idea di offrire materiale informativo agli studenti di Humanitas su temi molto comuni a Bangui ma estremamente rari qui da noi: «Abbiamo quindi coinvolto il preside della Facoltà di Medicina di Bangui per chiedergli la possibilità di organizzare ad esempio un piccolo seminario sulla malaria dedicato gli studenti di Milano. E allo stesso tempo, stiamo mettendo in campo un programma per coinvolgere sia fisioterapisti che infermieri di Milano per attività che, per quest’anno, saranno esclusivamente da remoto, e che riguardano sia le scienze infermieristiche che la riabilitazione. Proprio la riabilitazione – spiega Bordoni – interessa in modo particolare la Repubblica Centrafricana perché ha pochissime figure professionali di questo tipo».

Infine, anche per quest’anno proseguirà il corso già effettuato in passato su «teamwork e leadership», un progetto che negli anni scorsi ha funzionato molto bene: l’obiettivo è quello di coinvolgere i professionisti del Centro Pediatrico di Bangui, sia medici che infermieri, per contribuire a migliorare le abitudini di lavoro in ospedale. «Anche in questo caso la sfida è realizzarlo da remoto».

HUMANITAS GROUP

Humanitas è un ospedale ad alta specializzazione, centro di Ricerca e sede di insegnamento universitario. Ha sviluppato la sua organizzazione clinica istituendo centri di eccellenza specializzati per la cura dei tumori, di malattie cardiovascolari, neurologiche e ortopediche – oltre che un centro oculistico e un fertility center.