4 febbraio 2025: Giornata Mondiale contro il Cancro
Il 4 febbraio ricorre la Giornata Mondiale contro il Cancro organizzata dall’UICC (Union for International Cancer Control). L’iniziativa è finalizzata ad aumentare la consapevolezza e la conoscenza dei rischi legati al cancro, come anche le azioni per prevenirlo, diagnosticarlo, inclusi screening e vaccinazioni, e curarlo al meglio.
Il 2025 segna il primo anno della campagna “United by Unique”, che promuove un approccio alla cura del cancro incentrato sulle persone. Questo approccio si basa sugli individui e sulle comunità piuttosto che solo sulla malattia. L’intento è di indicare che ogni esperienza con il cancro è unica e che è necessario l’impegno di tutti, uniti, per creare una cura che vada oltre la malattia e veda prima di tutto la persona, non solo il paziente al centro dell’assistenza. Il World Cancer Day rappresenta un’importante occasione per riflettere su ciò che istituzioni e individui possono fare nella lotta contro il cancro. ‘United by Unique’ sottolinea l’importanza di mettere le persone al centro dell’assistenza.
In Italia, nel 20241, sono stimate 390.100 nuove diagnosi di tumore: 214.500 negli uomini e 175.600 nelle donne. Sono numeri stabili rispetto al biennio precedente (erano 391.700 nel 2022 e 395.900 nel 2023). Questo è determinato soprattutto dai progressi nelle terapie ed è costituito dal costante incremento del numero di persone che vivono dopo la diagnosi di tumore: nel 2024 sono circa 3,7 milioni. Inoltre, la metà dei cittadini che oggi si ammalano è destinata a guarire, perché avrà la stessa attesa di vita di chi non ha sviluppato il cancro.
In ogni fase di malattia l’Anatomia Patologica svolge un ruolo determinante in quanto il patologo si prende cura del paziente sin dal principio. «All’inizio del percorso, una diagnosi anatomopatologica corretta e completa – spiega la prof.ssa Silvia Uccella, Direttrice della Scuola di Specializzazione in Anatomia Patologica di Humanitas University, consente di attuare le migliori scelte terapeutiche. Durante il prosieguo della storia clinica del paziente, il patologo interviene nella stadiazione della malattia e nel suo monitoraggio e, soprattutto, grazie a tecnologie di biologia molecolare e genetica sempre più sofisticate, nell’individuazione di specifici bersagli terapeutici che possono assicurare un efficace controllo del tumore». In Humanitas, sono disponibili tecnologie sofisticate di “digital pathology” ed è possibile utilizzare i pannelli genici più ampi in commercio per analisi molecolari approfondite ed efficaci. Inoltre, sono in fase avanzata di sperimentazione tecnologie all’avanguardia, come i patient-derived organoids, che consentono di ricostruire modelli tridimensionali delle neoplasie per testare nuovi farmaci e verificare ipotesi patogenetiche. «Il team di medici, biologi e tecnici, unitamente alla scuola di specializzazione – informa l’esperta – opera in grande sinergia con i colleghi clinici per garantire al paziente la migliore cura».
Un ruolo importante è svolto dalla medicina nucleare che ha fatto importanti passi avanti ed è molto cambiata negli ultimi dieci anni. «Oggi, ha due anime: una diagnostica e una terapeutica. Il suo ruolo diagnostico è diventato sempre più centrale grazie alla maggiore diffusione di grandi apparecchiature come la PET e la disponibilità di radiofarmaci target specifici – spiega la prof.ssa Laura Evangelista, Professore Straordinario in Medicina Nucleare di Humanitas University, e il trattamento con radiofarmaci rappresenta una opzione disponibile in alcune forme di tumori, tra cui quelli rari. In Italia sono pochi i centri in grado di erogare questa terapia di “precisione” disponibile anche nel tumore della prostata». In Humanitas Cancer Center sono disponibili entrambe le opzioni: utilizzando radiofarmaci è possibile diagnosticare la presenza della malattia, trattarla e monitorare l’efficacia del trattamento. «La grande forza del nostro gruppo – continua l’esperta – è la disponibilità di team multidisciplinari che sfruttando tutte le tecnologie necessarie è in grado di garantire le migliori cure per i pazienti. Inoltre, grazie alla forza del gruppo interdisciplinare e alla continua ricerca, il team della medicina nucleare sta collaborando con gruppi internazionali con duplice obiettivi: fornire strategie diagnostiche/terapeutiche innovative e aumentare la qualità delle procedure.
In oncologia opzioni terapeutiche sempre più efficaci e tollerabili, anche non farmacologiche come la radioterapia che rappresenta uno dei cardini dell’approccio multidisciplinare, sempre più personalizzato nel trattamento. Inoltre, svolge un ruolo consolidato nel controllo locale del tumore e sta evolvendo grazie alle nuove tecnologie, aprendo prospettive promettenti per i pazienti.
«Nell’ottica di un continuo sviluppo tecnologico – informa la prof.ssa Marta Scorsetti, Professore Ordinario e Direttrice della Scuola di Specializzazione in Radioterapia di Humanitas University, il dipartimento di Radioterapia e Radiochirurgia dispone di un apparecchio di ultima generazione per la protonterapia. Grazie alla capacità di concentrare con precisione millimetrica l’energia radiante sul tumore, risparmiando i tessuti sani circostanti, si sta affermando come una soluzione ideale per le situazioni più critiche e difficili da trattare». L’introduzione della protonterapia rappresenta una grande opportunità e anche una grande sfida che richiederà necessariamente una forte multidisciplinarietà. Inoltre, l’Adaptive Radiotherapy (ART) consente di adattare il trattamento, tenendo conto delle variazioni anatomiche del paziente o della risposta del tumore. – «Questo approccio dinamico migliora la precisione terapeutica, riducendo gli effetti collaterali. – E continua l’esperta – un altro avanzamento cruciale è rappresentato dalla radiomica, che sfrutta l’analisi di grandi quantità di dati estratti da immagini radiologiche per predire la risposta al trattamento e identificare biomarcatori utili a personalizzare le cure».
Inoltre, sono in fase avanzata di studio nuove frontiere nella radioterapia attraverso l’integrazione dell’intelligenza artificiale (IA) nei processi clinici, per accelerare i processi decisionali e ottimizzare l’efficacia del trattamento, permettendo un uso più razionale delle risorse. «Un contributo importante sta arrivando dalla ricerca traslazionale cheintegra studi clinici e di laboratorio per identificare biomarcatori innovativi, come il DNA tumorale circolante (ctDNA), utili a monitorare la malattia e a personalizzare le cure – spiega l’esperta. Queste innovazioni, unite a una sempre maggiore integrazione tra discipline, stanno trasformando la radioterapia in un trattamento ancora più mirato, sicuro ed efficace, migliorando significativamente le prospettive di cura e la qualità di vita dei pazienti oncologici».
Questa iniziativa globale unisce persone di tutto il mondo impegnate a migliorare la consapevolezza e la conoscenza dei rischi legati al cancro, nonché le azioni per prevenirlo, diagnosticarlo e curarlo meglio.
1 – I numeri del cancro in Italia 2024 – AIOM – Airtum