Covid-19 e alterazioni cerebrali: lo studio di Humanitas sui pazienti affetti da anosmia


Indagare la relazione tra la perdita dell’olfatto accusata da alcuni pazienti Covid-19 e le alterazioni cerebrali provocate dal virus. È l’obiettivo dello studio realizzato dal Prof. Letterio S. Politi, Direttore della Neuroradiologia Diagnostica, Interventistica e Funzionale di Humanitas e ordinario di Neuroradiologia di Humanitas University, con il dottor Marco Grimaldi, Responsabile del servizio di Neuroradiologia, e con il dottor Ettore Salsano dell’Istituto Neurologico Carlo Besta. Un lavoro che apre la strada a futuri approfondimenti sugli effetti meno noti del virus.

Professor Politi, cosa avete scoperto sul legame tra anosmia e virus Sars-Cov-2?

Attraverso la risonanza magnetica abbiamo rilevato la presenza di alterazioni cerebrali compatibili con l’infezione del virus in una paziente che aveva come unico sintomo la perdita dell’olfatto. Questo ci fa ritenere che il nuovo Coronavirus possa agire a livello del cervello, nei cosiddetti bulbi olfattivi e nelle aree della corteccia cerebrale responsabili dell’olfatto, provocando l’anosmia.

Cos’è l’anosmia e da cosa è causata?

È la perdita dell’olfatto che proviamo tutti, in forma lieve, quando siamo raffreddati. Nel caso dell’influenza è provocata da un’infiammazione della mucosa nasale, per cui le terminazioni nervose non sono più in grado di percepire gli stimoli olfattivi. Nel caso del Covid-19, riteniamo che l’anosmia sia dovuta invece a un difetto neuro-sensoriale dovuto a un’infezione del sistema nervoso.

Qual è la particolarità di questo caso rispetto ad altri pazienti Covid-19 con anosmia?

I danni cerebrali nella malattia Covid-19 sono stati riscontrati soprattutto nei pazienti gravi. In questi casi non è chiaro se il danno sia dovuto alla presenza del virus nel cervello o a una sindrome infiammatoria sistemica che colpisce tutto il corpo. Il nostro studio invece si è concentrato su una paziente il cui unico sintomo è stata l’anosmia. Dalla risonanza magnetica sono emerse alterazioni a livello cerebrale in aree che sono deputate all’olfatto. Si tratta di un dato che era assente in letteratura e ha una certa rilevanza, documentando il possibile neurotropismo del virus, ossia la capacità di penetrare nei neuroni. Inoltre è da sottolineare che l’anosmia possa rappresentare anche l’unico sintomo dell’infezione da Sars-Cov-2 e questo deve essere tenuto in considerazione per identificare e isolare i soggetti colpiti.

Quindi il virus può agire sul cervello anche di chi è infettato in modo lieve?

Il risultato ottenuto ci fa supporre che il virus arrivi a livello della mucosa nasale e si replichi, penetri quindi attraverso le terminazioni nervose e da lì, passando da un neurone all’altro, giunga alla corteggia cerebrale. Ovviamente non abbiamo quella che chiamano ‘la pistola fumante’, perché, a rigor scientifico, servirebbe una biopsia che confermi la presenza del virus nel cervello. Tuttavia le alterazioni che abbiamo rilevato documentano questa possibilità e studi autoptici effettuati in altri Stati hanno confermato questa ipotesi.

Oltre all’anosmia, quali altri danni provoca il virus a livello cerebrale?

Sembra che quello olfattivo non sia l’unico nervo cranico coinvolto. Ci sono pazienti che hanno avuto dolori al viso, alterazioni della sensibilità, disturbi dell’udito. Studieremo questi aspetti per capire come questo virus possa interessare il sistema nervoso. All’altro estremo consideriamo anche i pazienti più gravi, che sono stati intubati, alcuni dei quali hanno presentato danni cerebrali ben più seri, la cui natura e il cui sviluppo non sono ancora molto chiari. Sono ancora tante le domande senza risposta.

È possibile che pazienti con l’anosmia come unico sintomo siano sfuggiti ai tamponi e ai test sierologici?

Sì, anche perché l’anosmia all’inizio non era segnalata tra i sintomi della malattia. Questo è un virus che non conosciamo ancora bene, ed è probabile che pazienti con pochi sintomi siano rimasti esclusi dagli screening. Ora l’anosmia è stata aggiunta ai sintomi Covid-19, questo può dare maggiore consapevolezza.

Quali sono i futuri sviluppi della ricerca?

Intendiamo valutare, in collaborazione con neurologi e otorinolaringoiatri, un certo numero di pazienti che hanno avuto un’anosmia o ancora ne soffrono. L’obiettivo è verificare, sempre attraverso la risonanza magnetica e i test clinici, quali possono essere gli esiti di questo tipo di difetto e vedere se ci sono deficit o alterazioni residue.

HUMANITAS GROUP

Humanitas è un ospedale ad alta specializzazione, centro di Ricerca e sede di insegnamento universitario. Ha sviluppato la sua organizzazione clinica istituendo centri di eccellenza specializzati per la cura dei tumori, di malattie cardiovascolari, neurologiche e ortopediche – oltre che un centro oculistico e un fertility center.