Il discorso di apertura dell’anno accademico 2025/2026 del prof. Luigi Maria Terracciano, Rettore di Humanitas University

Didattica Novembre 10, 2025

Buongiorno a tutti e benvenuti alla cerimonia di inaugurazione dell’Anno Accademico 2025/2026 di Humanitas University.

Un sincero ringraziamento al Ministro della Salute Prof. Orazio Schillaci, per aver voluto onorare questa cerimonia con la sua presenza.

Saluto le Istituzioni presenti: il Presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, il Sindaco di Pieve Emanuele, Pierluigi Costanzo, e il Sindaco di Milano, Giuseppe Sala, così come tutte le Autorità Accademiche, Civili, Militari e Religiose.

Un saluto e un ringraziamento ai colleghi docenti, al personale tecnico e amministrativo e, con affetto speciale, a tutte le studentesse e gli studenti, e agli alumni presenti.
Vorrei esprimere un ringraziamento particolare a tutti i partecipanti e a coloro che hanno contribuito a rendere possibile questa giornata, persone che operano dietro le quinte ma che sono sempre fondamentali.

Rivolgo un cordiale saluto e un ringraziamento ai Pro-Rettori e ai Delegati Rettorali dell’Ateneo, per il costante, efficace e amichevole sostegno che mi hanno assicurato nell’assolvimento dei miei compiti.

Alla Faculty, che assicura a questo Ateneo qualità didattica, respiro internazionale e dedizione, va la mia profonda stima e gratitudine.

Infine, saluto con particolare affetto i colleghi Rettori e i delegati delle altre Università oggi presenti a questa cerimonia, nonostante un’Assemblea Straordinaria della CRUI convocata nel pomeriggio di oggi.

Il paziente al centro di un ecosistema per la Salute

Nella relazione che mi accingo a esporre sull’anno accademico appena trascorso e su quello che ci accingiamo ad inaugurare, l’Università con tutte le sue componenti essenziali rappresenta il filo conduttore, guidata da un principio per noi imprescindibile, e cioè la volontà di dare sempre di più senso a una esperienza: esperienza di innovazione, integrazione e internazionalità.

Quest’anno mi vede nel doppio ruolo di Rettore di Humanitas University e Direttore Scientifico dell’IRCCS Humanitas Research Hospital, per cui è quasi d’obbligo soffermarmi sul tema della ricerca, così come è stata sviluppata negli ultimi due decenni e su come intendiamo svilupparla nel prossimo futuro. Ho il piacere di ricordare in questa occasione i miei predecessori Prof. Nicola Dioguardi e Prof. Alberto Mantovani, che ringrazio particolarmente.

Distinguere la Ricerca nell’universo Humanitas tra Università, Ospedale e IRCCS sarebbe un compito difficile, oltre che poco utile, in quanto la caratteristica precipua di Humanitas è proprio la stretta interconnessione tra questi tre pilastri, che permette di coniugare percorsi e attività accademiche a quelle caratterizzanti l’IRCCS, vale a dire l’attività di ricerca traslazionale e clinica, oltre ovviamente alla possibilità di svolgimento dell’attività clinico/assistenziale nelle stesse strutture didattiche. Questa sinergia tra Università e IRCCS è stata scenario per la realizzazione di programmi finalizzati a rafforzare la continuità delle attività dal laboratorio al reparto e viceversa, inclusi programmi di formazione, quale quello di dottorato clinico.

In Humanitas, la ricerca non è un’attività parallela alla cura del paziente: ne fa parte. La nostra missione è migliorare la salute umana trasformando la conoscenza scientifica in impatto clinico. Lo facciamo promuovendo un ambiente di ricerca integrato con l’assistenza, guidato da domande cliniche reali e orientato a soluzioni concrete.

Le migliori tecnologie nelle mani di persone di talento

Lo facciamo anche investendo sulla Ricerca, sulle persone e sulle tecnologie. La Ricerca è fatta dalle migliori tecnologie nelle mani delle migliori persone.

I fondi impiegati in Ricerca da parte dell’IRCCS e da parte di Humanitas University sono in crescita. Una parte consistente di questi fondi è investita in tecnologie d’avanguardia. Per questo ho scelto di accompagnare questa sezione del mio discorso con alcune immagini prodotte nei nostri laboratori.

Grazie alla partecipazione di Humanitas University in Fondazione Anthem, sono state installate due nuove tecnologie di Imaging radiologico in grado di raggiungere una risoluzione anatomica senza precedenti. Si tratta di una TAC a conteggio di fotoni e di una Risonanza Magnetica a 3 Tesla di ultima generazione. Queste due tecnologie, interamente dedicate alla Ricerca, permetteranno di portare avanti l’ambizioso progetto Anthem, finanziato con il Piano Nazionale Complementare al PNRR, accelerando la Ricerca clinica di frontiera sulla medicina predittiva e personalizzata in ambito cardiologico, neurologico e oncologico.

Menziono, tra le diverse facilities recentemente implementate al servizio della ricerca, il 3D Innovation Lab, un perfetto esempio di ricerca integrata con la clinica, e il CLEM – acronimo di Correlative Light-Electron Microscopy – inaugurato nel 2025, un laboratorio che integra tecnologie di microscopia ottica, elettronica e criogenica all’elaborazione dei dati con l’Intelligenza Artificiale. Una sorta di “TAC cellulare”, per la prima volta in Italia a disposizione di un ospedale di Ricerca.

Sempre più rilevanti sono i fondi che derivano dall’assegnazione ai nostri ricercatori di finanziamenti estremamente prestigiosi, di carattere internazionale come quelli dello European Research Council, ERC, che si aggiungono ai grant di Horizon Europe, alle Marie Curie Actions, ai Grant dello European Innovation Council (EIC) e ad altri, oltre che a importanti finanziamenti di carattere nazionale come quelli del Fondo Italiano per la Scienza (FIS) e del Fondo Italiano Scienze Applicate (FISA). L’assegnazione di questi finanziamenti non solo contribuisce alla sostenibilità delle nostre attività di ricerca, ma ne testimonia anche la grande ambizione, qualità e competitività.

Si configura adesso una nuova fase della ricerca orientata alla traslazionalità. Questo non significa abbandonare l’ambizione di comprendere i meccanismi biologici, e di questo ci parlerà tra poco il Professor Michael Hall, che ne è autorevolissimo esperto, e che ringrazio per la sua presenza, qui oggi. Si tratta piuttosto di affiancare a questo obiettivo una chiara volontà di trasformare le scoperte in strumenti concreti per la clinica: target terapeutici, strategie diagnostiche, nuovi approcci terapeutici e trial clinici.

La domanda clinica – intesa come problema reale e irrisolto – deve diventare il punto di partenza di ogni progetto. Questo significa anche rivedere le priorità, i criteri di valutazione e il modo in cui formiamo e selezioniamo le persone, partendo già dai nostri studenti dei corsi di laurea e dagli specializzandi. L’identificazione e la cura dei cosiddetti “talenti” per la ricerca sono necessariamente implicite nella strategia della ricerca di un Ospedale Universitario che aspira a ricoprire un ruolo di leader nella Ricerca in Europa.

Ambasciatori della nostra identità sono anche i nostri alumni, che stanno portando l’esperienza e il nome Humanitas negli ospedali e nei centri di ricerca in Italia, in Europa e nel Mondo.

Questa missione si fonda anche su una forte cultura istituzionale di collaborazione, trasparenza e obiettivi condivisi. Crediamo che il progresso avvenga quando clinici, scienziati e partner lavorano insieme con una direzione chiara e un senso di responsabilità comune. Il nostro obiettivo è costruire un ecosistema di ricerca sostenibile, con impatto concreto e centrato sul paziente.

Studenti “madrelingua Ricerca”

Questa è anche – e forse soprattutto – una sfida educativa. Ecco perché, in sinergia con la Didattica e la Valorizzazione delle conoscenze (Terza Missione), la Ricerca è strumento fondamentale nella formazione non solo di eccellenti professionisti della Salute, ma di persone animate da curiositas, da spirito critico e da una solida coscienza etica. Humanitas University accoglie questa sfida, per esempio attraverso il programma Virgilio, di cui ci ha appena dato testimonianza la dottoressa Anastasia Lalioti, o ancora con i seminari su Filosofia e Cura, condotti dal prof. Massimo Cacciari, in dialogo con alcuni docenti dell’Ateneo.

Sul piano dell’offerta formativa, abbiamo festeggiato lo scorso luglio i primi laureati del corso di laurea MEDTEC, avviato – primi in Europa – nel 2019 con Politecnico di Milano. È importante osservare come i neolaureati MEDTEC stiano abbracciando ora diverse carriere professionali: chi continuando con la specializzazione medica, chi affrontando un dottorato di ricerca in Italia o all’Estero, e chi ancora proseguendo gli studi nel nuovo Master of Science in Data Analysis and Artificial Intelligence in Health Sciences, che abbiamo creato in collaborazione con Bocconi University.

In questo Anno Accademico prendono avvio anche il nuovo corso di Laurea in Osteopatia e il PhD in Personalized caRe and Innovation in Medicine and Engineering (PRIME), realizzato con Politecnico di Milano, un Dottorato con una fortissima vocazione all’innovazione e alla tecnologia applicata alla medicina. Colgo questa occasione per ringraziare ancora una volta le Rettrici e i Rettori delle Università partner per la preziosa e fruttuosa collaborazione inter-ateneo.

Intendiamo così formare una nuova generazione di scienziati e di figure professionali con conoscenze teoriche e pratiche necessarie per implementare metodi di intelligenza artificiale e machine learning, e quindi ad un uso ottimale dei dati digitali che Humanitas genera, come già menzionato nel suo intervento dal Presidente Rocca.

Immaginiamo Humanitas come un ospedale universitario di ricerca leader in Europa nella medicina traslazionale, un luogo in cui i bisogni clinici guidano la scoperta scientifica e la ricerca porta a risultati migliori per i pazienti. Il nostro obiettivo è costruire un sistema in cui cura e ricerca siano pienamente integrate, l’innovazione sia rilevante, e l’intera comunità lavori verso obiettivi comuni.

Questa transizione permetterà alla Ricerca di Humanitas di aumentare il proprio impatto e contribuire in modo concreto al miglioramento della cura dei pazienti.

Quattro pilastri, una strategia

L’attività scientifica di Humanitas nei prossimi anni si baserà su quattro pilastri strategici.

Il primo si fonda sulla capacità di produrre nuova conoscenza attraverso dati sperimentali originali. Generare dati significa creare valore scientifico reale, posizionare Humanitas tra i centri di riferimento europei e contribuire alla comunità scientifica globale con evidenze robuste e riproducibili.

Il secondo pilastro è costituito da una ricerca clinica che parta dai bisogni ancora non soddisfatti dei nostri pazienti, quindi da ricerca fortemente traslazionale che rappresenti il punto di contatto tra scienza e cura. Il nostro obiettivo è rafforzare il ruolo di Humanitas come centro di riferimento per studi clinici che generano impatto concreto sulla pratica medica, coinvolgendo i pazienti in modo efficace e responsabile.

Il terzo pilastro è rappresentato dai finanziamenti internazionali. I Grants ottenuti sono un indicatore chiave della competitività scientifica di un’istituzione. Non sono solo una fonte di finanziamento, ma anche una misura attendibile di credibilità e qualità riconosciuta a livello internazionale.

Infine, il quarto pilastro riguarda il rafforzamento delle collaborazioni con l’industria, considerate non come un’attività accessoria, ma come una componente strutturale del processo di ricerca. Le partnership industriali sono fondamentali non solo per sostenere economicamente la ricerca, ma per trasferire in modo efficace i risultati scientifici verso applicazioni terapeutiche concrete.

Questi pilastri sono pienamente integrati nei cinque programmi di ricerca attuali, Oncologia, Immunologia, Cardiologia-Pneumologia, Gastroenterologia e Neurologia, che coordinano le attività tra ricerca di base, traslazionale e clinica.

Un nuovo patto tra scienza, industria e società

Cure mediche personalizzate, cellule staminali, medicina su scala nanometrica, terapia genica e editing del genoma, digital health sono probabilmente le tendenze chiave che, combinate, cambieranno il panorama sanitario nei prossimi dieci anni. La ricerca di Humanitas intende svolgere un ruolo di leader in molti di questi campi. Per fare questo sarà decisivo il ruolo che il sistema paese Italia saprà proporre nel cambio di passo nella ricerca in generale ed in quella biomedica in particolare.

L’industria europea sta focalizzandosi intensamente sulla ricerca. Questo approccio è fondamentale per il futuro del continente, per garantirsi una sovranità tecnologica e ridurre la dipendenza dalle potenze che attualmente guidano l’innovazione globale in termini di produzione, mercati e conoscenza. L’accademia deve svolgere un percorso analogo, sinergico, senza perdere di vista quelle che sono le caratteristiche intrinseche della ricerca accademica: autonomia e libertà di pensiero.

La conoscenza e la ricerca, però, da sole non bastano se rimangono relegate nei laboratori o nei centri accademici. Devono essere trasformate in soluzioni a disposizione della società. Questa trasformazione è un percorso lungo e complesso, che richiede l’interazione virtuosa di ricerca d’eccellenza, tessuto imprenditoriale e una finanza in grado di supportare l’innovazione con visione e audacia. Questi tre pilastri rappresentano la struttura strategica su cui l’Europa sta costruendo percorsi capaci di generare valore economico e sociale, partendo dal proprio patrimonio scientifico e incoraggiando la ricerca “disruptive” che diventa impresa.

L’innovazione non è un’opzione, come sottolineato anche dal recente Premio Nobel per l’Economia, assegnato per lo studio sulla “distruzione creativa” a Joel Mokyr, Philippe Aghion e Peter Howitt. È essenziale accoglierla per evitare che la stagnazione diventi norma. È lo strumento per guidare i cambiamenti e le transizioni anziché subirli. Viviamo in un’epoca in cui le grandi transizioni, digitale, della precision medicine e quella ecologica, non possono essere pensate separatamente. La trasformazione digitale, con lo sviluppo massiccio dell’IA, non è un obiettivo finale, ma un mezzo per accrescere la competitività.

Puntando sull’integrazione tra intelligenza artificiale, nuovi materiali, supercomputer, biotecnologie e un uso appropriato dei dati delle scienze della salute, possiamo affrontare le sfide globali legate alla sostenibilità della medicina di precisione, sicurezza dei dati, cambiamento climatico e autonomia strategica nelle catene del valore. Le “transizioni gemelle” sono fondamentali per la competitività futura.

Per condurre queste trasformazioni serve anche un salto culturale: non basta adottare tecnologie sviluppate altrove, bisogna produrle, dominarle e adattarle al nostro contesto accademico, industriale e territoriale. Questo implica investire fortemente nella ricerca di frontiera più innovativa, nelle infrastrutture di calcolo, nei laboratori condivisi tra università e imprese, e in programmi di formazione tecnica e scientifica. L’Italia ha il dovere di potenziare i suoi centri di ricerca, favorire la nascita di start-up deep-tech e valorizzare i territori con vivacità scientifica e imprenditoriale. Un approccio che supera il concetto di “polo scientifico o distretto tecnologico”, puntando alla creazione di ecosistemi aperti, dove università, imprese, enti pubblici e cittadini collaborano a sfide comuni. È da qui che nasce la vera sovranità tecnologica: non solo sviluppare e controllare nuove tecnologie, ma avere innovatori che sappiano usarle consapevolmente, a vantaggio della comunità, come abilità autonoma di sviluppare e gestire le tecnologie chiave per la crescita.

Ho sempre sostenuto la creazione di una cultura della conoscenza non elitaria, ma diffusa, che non si chiuda nei laboratori ma diventi un linguaggio civile e un elemento di cittadinanza. Questa è la vera sfida: un’Europa che investe in ricerca non solo per competere, ma per definire un nuovo patto tra scienza, industria e società.

Humanitas University, in conclusione, ha l’ambizione di raccogliere questa sfida e di svolgere un ruolo di leader nel panorama della ricerca europea.

Con grande orgoglio ed emozione dichiaro aperto l’Anno Accademico 2025-2026 di Humanitas University!