Scoperti i recettori sfruttati dal tumore per rieducare i macrofagi


La ricerca apre la strada allo sviluppo di nuovi approcci terapeutici per impedire la trasformazione pro-tumorale dei macrofagi, le principali cellule dell’immunità innata

Uno studio pubblicato su Nature Immunology ha rivelato un nuovo meccanismo attraverso cui il tumore influenza il funzionamento dell’immunità innata a proprio vantaggio: per la prima volta sono stati identificati i recettori che regolano la trasformazione pro-tumorale dei macrofagi. Sono chiamati “chemosensori” e sono già noti per il loro ruolo nel sistema olfattivo: impedire la loro attivazione da parte del tumore costituirebbe un nuovo approccio di immunoterapia basato sull’immunità innata, una strada finora ancora poco esplorata.

Lo studio, guidato da Diletta Di Mitri – professoressa associata di Humanitas University e Group Leader presso IRCCS Istituto Clinico Humanitas – è stato possibile grazie al sostegno di Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro e al finanziamento europeo TRANSCAN.

Tra i collaboratori anche il gruppo di Logan Walsh della McGill University in Canada e i clinici Massimo Lazzeri, Paolo Casale e Piergiuseppe Colombo, delle unità di Urologia e di Anatomia Patologica di IRCCS Istituto Clinico Humanitas, che hanno fornito le biopsie di tumori prostatici con cui validare la scoperta in contesto clinico.

“Questa ricerca ci ha permesso di fare un passo avanti fondamentale nella comprensione di come il tumore moduli l’immunità innata”, spiega Diletta Di Mitri. “Aver identificato il principale canale di comunicazione con cui i macrofagi vengono manipolati nel microambiente tumorale apre la strada allo sviluppo di nuovi approcci terapeutici.”

Chemosensori e reclutamento dei macrofagi

I chemosensori sono proteine tradizionalmente studiate nel sistema nervoso, in particolare per il loro ruolo nell’olfatto. Tuttavia, lo studio ha rivelato per la prima volta che questi recettori sono coinvolti anche nella attivazione dei macrofagi nel tumore.  

“I chemosensori rispondono alla presenza di molecole lipidiche, come l’acido palmitico, abbondanti nel microambiente tumorale. L’attivazione di questi recettori porta alla trasformazione dei macrofagi in un fenotipo pro-tumorale che favorisce la crescita e la metastasi del cancro,” spiega Giulia Marelli, prima autrice dello studio – Assistant Professor di Humanitas University e ricercatrice del gruppo Di Mitri.

Nuovi approcci di immunoterapia: colpire i chemosensori per rieducare i macrofagi

La scoperta che i chemosensori regolano il comportamento dei macrofagi nel tumore ha grandi implicazioni terapeutiche, come dimostra il fatto che l’eliminazione di questi recettori in laboratorio ha portato alla regressione della malattia e a un aumento dell’infiltrazione di cellule T reattive al tumore.

“Questi risultati suggeriscono che il targeting di questi recettori potrebbe alterare il microambiente del tumore in modo favorevole alla risposta immunitaria anti-tumorale, potenzialmente migliorando l’efficacia dell’immunoterapia già in uso – gli inibitori dei checkpoint immunitari, che agiscono promuovendo l’azione dei linfociti T contro il cancro,” conclude Diletta Di Mitri.

HUMANITAS GROUP

Humanitas è un ospedale ad alta specializzazione, centro di Ricerca e sede di insegnamento universitario. Ha sviluppato la sua organizzazione clinica istituendo centri di eccellenza specializzati per la cura dei tumori, di malattie cardiovascolari, neurologiche e ortopediche – oltre che un centro oculistico e un fertility center.