Humanitas in prima linea nella ricerca per combattere il Covid-19


Per la terza volta negli ultimi vent’anni, un virus animale del ceppo dei Coronavirus fa un salto di specie infettando l’uomo. Tra il 2002 e il 2003 è accaduto con la Sars in Estremo Oriente e nel 2012 con la Mers in Giordania e Arabia Saudita.

La specie di origine del Covid-19, comparso inizialmente a Wuhan (Cina) e responsabile dell’infezione, sembra quella dei pipistrelli. Sappiamo ancora molto poco di questo nuovo nemico che ha colpito tutto il mondo: da qui la grande importanza della ricerca per individuare le armi con cui poterlo combattere e sconfiggere. La ricerca scientifica è “l’unica cintura di sicurezza dell’umanità”, ha sottolineato il professor Alberto Mantovani, Professore Emerito di Humanitas University e direttore scientifico di Humanitas, considerato uno degli immunologi più importanti a livello mondiale e il ricercatore italiano più citato nella letteratura scientifica internazionale. Come riportato dalle interviste sui maggiori quotidiani nazionali, il Professore ha fatto il punto della situazione e sulla ricerca.

Che cosa sappiamo del nuovo Coronavirus

“Il Coronavirus non è un’influenza. È un nemico che non conosciamo e che dobbiamo studiare, perché non sappiamo in che modo il nostro sistema immunitario reagisce quando ne viene colpito”, ha precisato il professore. “In risposta al danno polmonare innescato da Sars-CoV-2 si crea un’infiammazione che dà un quadro radiologico simile al vetro smerigliato. È possibile che, a quel punto della battaglia, si scateni un vero e proprio ‘fuoco amico’: una risposta infiammatoria eccessiva e fuori controllo, innescata dal sistema immunitario, che contribuisce al danno e lo amplifica, come accadde nella Sars”.

Perché ci sono soggetti più a rischio?

“Non è chiaro perché alcuni (i pazienti asintomatici così come i guariti) ne escano vincenti e altri no”, ha precisato. Si pensa che i più colpiti dal virus siano gli anziani perché il nostro sistema immunitario invecchia con l’età e, quindi, è sempre meno efficiente. Le donne, invece, sono meno duramente attaccate dal virus forse perché, in generale, sono maggiormente in grado, rispetto agli uomini, di attivare alcune risposte immunitarie (in quanto producono molti anticorpi per proteggere il feto) e anche grazie alla loro componente genetica. Inoltre, ha proseguito il professore, “anche i bambini sono relativamente resistenti. Una spiegazione è che i bambini sono esposti ai vaccini, che danno protezione contro i germi e stimolano l’immunità innata, la prima linea di difesa che gestisce il novantacinque per cento delle aggressioni patogene”.

Quali sono le attività di Humanitas in fatto di ricerca?

La sfida adesso, sottolinea il prof. Mantovani, è capire come il nostro sistema immunitario reagisce al virus. L’arma vincente per trovare le strategie di cura è, quindi, la ricerca scientifica. “Dal punto di vista della ricerca – ha spiegato l’immunologo – un fronte da esplorare è quello della immunità e degli anticorpi: il più grande esperto al mondo di Coronavirus, Ralph Baric, anche sulla base dell’esperienza della Sars, ritiene che il Sar-CoV-2 lasci una ‘traccia immunologica’ nel nostro organismo almeno per un arco che va da sei a dodici mesi. È dai saggi degli anticorpi, ossia dalla loro misurazione, che si potrà iniziare a “tracciare” il virus nella popolazione”. Ha poi continuato: “In Humanitas, con San Raffaele e Spallanzani, studiamo la prima linea di difesa immunitaria, dove ci sono delle molecole che funzionano come gli antenati degli anticorpi e ci difendono da diversi patogeni, compreso un membro della famiglia Coronavirus. Se funzionassero potremmo espanderle, costruirle con la biotecnologia e iniettarle. Un lavoro che potrebbe richiedere uno o due anni, mentre in tempi brevi cerchiamo di capire se queste stesse molecole possono costituire dei biomarcatori di gravità per testare in che modo un contagiato reagisca al Coronavirus”.

A che punto siamo con la sperimentazione e la cura?

In questo momento, ha spiegato il professore, per contrastare il virus si sta facendo medicina di guerra, utilizzando, ancora in modo empirico, strumenti terapeutici diversi. “È il caso degli antivirali, come l’Avigan e altri due antiretrovirali, la combinazione anti-Hiv Lopinavir/Ritonavir, che è stata utilizzata in Cina per curare il Covid-19. Uno studio appena pubblicato sul New England of Journal of Medicine ha però dimostrato che nei pazienti con uno stadio avanzato della malattia non sono utili. A dimostrazione che stiamo combattendo una guerra, ma che si deve coniugare la medicina di emergenza con il rigore della sperimentazione clinica, come anche enfatizzato in un report in via di finalizzazione della Commissione Salute dell’Accademia dei Lincei”.

Quali sono le previsioni sulla disponibilità di un vaccino?

L’immunità al Coronavirus sarà possibile solo grazie al vaccino, ma purtroppo occorre tempo per poterlo realizzare. Inoltre, esso non darà una protezione totale, perché i virus possono cambiare a ogni stagione, e quindi occorrerà creare un vaccino sempre più efficace. “Oggi – spiega Mantovani – sono in corso una ventina di studi, tra cui uno a Pomezia, dove già hanno sperimentato con successo il vaccino contro Ebola. In modo realistico, ci vorranno almeno 18 mesi prima di avere un vaccino. Che poi dovrà essere prodotto non in milioni, ma miliardi di dosi”. In periodi di grande complessità e di emergenza sanitaria e sociale come questo è quanto mai importante condividere le informazioni e le conoscenze su COVID-19. Proprio con questo spirito è stato redatto dall’Accademia dei Lincei – una delle più prestigiose società scientifiche italiane – a firma, tra gli altri, anche del prof. Alberto Mantovani e del prof. Maurizio Cecconi un report su COVID-19. (Qui il testo completo del Rapporto COVID-19)

HUMANITAS GROUP

Humanitas è un ospedale ad alta specializzazione, centro di Ricerca e sede di insegnamento universitario. Ha sviluppato la sua organizzazione clinica istituendo centri di eccellenza specializzati per la cura dei tumori, di malattie cardiovascolari, neurologiche e ortopediche – oltre che un centro oculistico e un fertility center.